Castelli Malaspina di Massa e Fosdinovo

Castelli Malaspina di Massa e Fosdinovo (www.comune.massa.ms.it/castello - www.castellodifosdinovo.it/it/index.php - www.istitutovalorizzazionecastelli.it/vis_mas.html)

Castello di Massa - Distanza da Forte dei Marmi 15 Km (25 min). Questo castello nacque probabilmente intorno all’anno mille sui primi rilievi alle spalle della città come massiccia torre d’avvistamento (Mastio) circondata da una cinta muraria allo scopo di avvertire e difendere le popolazioni locali dalle frequenti incursioni nemiche. Passato verso il 1150 nelle mani dei Malaspina, diretti discendenti dell’illustre famiglia Longobarda degli Obertenghi, questa fortificazione rimase immutata per più di un secolo. Gravemente danneggiata da ripetuti attacchi nemici venne riedificata con qualche miglioria nel 1315.
Le ristrutturazioni più pesanti si ebbero però verso la metà del ‘400 quando divenne signore di Massa il Marchese Antonio Alberico Malaspina. La trasformazione da semplice complesso militare ad elegante residenza da lui intrapresa continuò, con ulteriori ampliamenti delle difese ed abbellimenti del castello, anche sotto la guida dei suoi diretti discendenti (il figlio Giacomo e il nipote Antonio Alberico II). Infine, nella prima metà del ‘600, con l’avvento delle armi da fuoco, si resero necessari nuovi lavori di rafforzamento dell’ormai inadeguato sistema difensivo che si concretizzarono nella costruzione degli imponenti bastioni e delle cannoniere.
Potendo vantare a pieno titolo di essere uno dei complessi fortificati più grandi e più belli della Toscana il castello Malaspina può essere considerato un vero e proprio museo a cielo aperto nel quale risulta facilmente identificabile ogni fase di costruzione ed ampliamento: al fianco del severo Mastio trecentesco spiccano chiaramente il fasto e la gentilezza del Palazzo rinascimentale e le possenti Mura Bastionate del ‘600.
La visita al Castello ci porta quindi alla scoperta delle abitudini e delle attività che qui si sono svolte in epoca medioevale e rinascimentale grazie ad un percorso che attraversa cantine, sale scavate nella roccia, posti di guardia, camminamenti, postazioni di tiro, cortili e sale affrescate fin su in cima alla torre.

Castello di Fosdinovo - Distanza da Forte dei Marmi: 40 Km (45 min.). Residenza privata visitabile ubicata nei pressi della cittadina di Sarzana.
A pianta quadrangolare con quattro torri rotonde, un bastione semicircolare, un avamposto verso il paese, camminamenti di ronda, giardini pensili, cortili, loggiati e sale affrescate il castello di Fosdinovo sembra fondersi con la roccia arenaria sulla quale è stato edificato dandoci l’impressione di essere stato scolpito nella pietra viva. Visto che presenta significative analogie con il complesso di Massa ci sembra logico sorvolare sulla sua evoluzione architettonica per concentrarci maggiormente su notizie storiche e leggende in grado di dare un po’ di colore a queste mura.
Partiamo quindi dal principio, dal “mistero” legato al nome del nobile casato. Il primo a chiamarsi Malaspina fu Alberto (anno 945 d.C.), diretto discendente di Oberto, capostipite della nobile famiglia Longobarda degli Obertenghi. Benchè non vi sia certezza sull’origine del cognome la leggenda più accreditata è quella che trova illustrazione in un dipinto conservato in una delle sale del castello. Tutto verrebbe fatto risalire all’anno 540 d.C. quando il giovane Accino Marzio avrebbe vendicato la morte del padre, ucciso da Teodoberto Re dei Franchi, sorprendendolo nel sonno e ferendolo mortalmente alla gola con una spina, da cui le ultime disperate parole del Re e il cognome: “Ah! Mala spina!”
Trattandosi poi di un castello e per giunta medioevale (quelli sì che erano secoli bui!) per proseguire con le storie c’è solo l’imbarazzo della scelta. A cavallo fra realtà e leggenda è per esempio il racconto riguardante Cristina Pallavicini, vedova di Ippolito Malaspina, assassinato in una faida per il governo del ricco feudo da uno dei fratelli. Donna lussuriosa e crudele la Marchesa difese con spietata determinazione il diritto alla successione del figlio Carlo Agostino, all’epoca ancora minorenne. Nella sua vita ebbe un gran numero di amanti anche di estrazione popolare e le voci ci sussurrano che, per non essere scoperta, dopo aver trascorso con loro una notte di passione, se ne liberava facendoli cadere in una botola situata al centro della stanza da letto. Le urla di sorpresa dei malcapitati, vista la particolare acustica della stanza, non furono mai udite da nessuno e Cristina riuscì così a farla franca. Benché si dubiti concretamente di questa versione nella sua camera sono ancora visibili le tracce di una botola al di sotto della quale è stata recentemente rinvenuta una stanza che ha immediatamente ricevuto l’appellativo di “stanza delle torture”.
Come tutti i manieri che si rispettino anche in questo non poteva mancare un fantasma, anche se, come ci accorgeremo presto, la questione non è così semplice da liquidare.
Questa è la storia di Bianca Maria Aloisia giovane figlia dei Marchesi Malaspina Jacopo ed Oliva. Innamoratasi perdutamente di uno degli stallieri la bellissima ragazza decise di sfidare l’autorità dei genitori, assolutamente contrari a questa unione. Vista l’incrollabile determinazione della giovane i Marchesi si trovarono ben presto costretti a prendere una severa decisione: allontanarono lo stalliere dal paese e rinchiusero la figlia disobbediente in un convento. Non riuscendo a piegare nemmeno in questo modo la sua volontà decisero di riportarla al castello per spezzare la sua indole ribelle con la tortura. Fallito anche questo tentativo decisero, al fine di evitare qualsiasi scandalo, di murarla viva in una piccola stanza insieme ad un cane (simbolo di fedeltà) e ad un cinghiale (simbolo di ribellione). A conferma della veridicità della storia i recenti lavori di consolidamento che hanno portato alla luce i resti dei tre scheletri in questione.
Ma nemmeno la morte riuscì a placare lo spirito inquieto di Bianca Maria che in seguito pare si sia manifestato in più di un’occasione nelle sale del castello. Proprio per questo, qualche anno fa, alcuni esperti di paranormale decisero, con il supporto di una telecamera, di realizzare una serie di esperimenti per fare chiarezza su questo mistero. Una notte l’inquietante scoperta: su una delle pellicole avevano catturato l’immagine di una figura che fluttuando aveva attraversato la stanza scomparendo attraverso le mura le del castello.





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